Il design automobilistico non è solo un mix di ingegneria e precisione, una serie di creazioni incentrate sulla funzionalità, ma rappresenta una forma d’arte. Le linee delle automobili sono da sempre sinonimo di un’epoca: non è difficile capire un periodo storico dalle linee di una macchina e viceversa, per questo il design diventa particolarmente rilevante ora che ci si appresta a una grande rivoluzione automobilistica, quella elettrica. Non sarà infatti difficile immaginare come l’evoluzione dei motori sarà affiancata anche da quella del design.
Un brand che si è interessato sempre al design in maniera diversa e con uno sguardo innovativo è Jaguar, marchio che non a caso sarà tra i primi a passare esclusivamente ai motori elettrici nel 2025. Il marchio automobilistico ha lavorato nel contesto di Artissima realizzando un progetto speciale, “An Alchemic Experience”, insieme all’artista veneziano Anderson Tegon, Art Director e Founder di Pepper’s Ghost. Questa installazione mostra la forza sensoriale che luci LED e suoni possono avere sulla psiche di chi guarda, un linguaggio immediato quanto continuativo, coinvolgente quanto riflessivo. Il tunnel nero realizzato per l’occasione si incentra su specchi e luci caleidoscopiche che permettono al visitatore di percepire un sentimento di eterna profondità, uno spazio che in realtà è ristretto ma ci sembra non finire mai, come se la mente dell’ospite venisse ingannata e trasportata in uno spazio confortevole e piacevole, seppur inesistente. Non a caso, la frequenza dei suoni emessi è di 528 Hz, detta anche la frequenza dell’amore o della felicità, come ha spiegato lo stesso Anderson Tegon, che tocca nel profondo le sinapsi e continua a farlo anche (e soprattutto) quando si smette di sentire, come se ci si trovasse in astinenza da una droga particolarmente piacevole. In tutto questo, da visitatore, ho ritrovato un sentimento simile a quello provato in un automobile, ovvero quello che si sente quando si viaggia su una lunga strada vuota, accompagnati dalla musica perfetta che quasi suona all’unisono col movimento del paesaggio che pare fondersi alla strada.
Nell’installazione di Tegon troviamo movimenti caleidoscopici che, in quanto tali, non sono riconoscibili, ma è stato proprio l’artista che l’ha realizzata a dirci di aver inserito degli elementi presi dalle automobili firmate Jaguar. Ecco quindi che la linea del cofano della F-Type diventa parte di un’installazione artistica, così come l’estetica delle luci all’interno della I-Pace. A questo punto, con queste informazioni, l’attenzione di un visitatore cambia, ed ecco che il focus non è più farsi colpire dalle sensazioni di pace che i suoni a 528 Hz regalano, ma si cerca di trovare i riferimenti automobilistici nella danza delle luci colorate sui LED che riempiono le pareti, come se ci si trovasse in una caccia al tesoro astratta e futuristica.
A questo punto, una domanda sorge spontanea: quale ruolo possono ricoprire le case automobilistiche nel futuro? Specialmente con l’impegno nel passaggio all’elettrico e con la lotta alle emissioni. Come detto all’inizio, il passaggio da un’epoca all’altra porta a grandi alterazioni estetiche, ma anche strutturali e concettuali: chi un tempo faceva solo linee telefoniche fisse ha dovuto imparare a spostarsi sul mobile, chi creava solo motori a scoppio ora progetta droni, e così via. Quindi, il mondo dell’automobile? Jaguar ha preso una posizione forte con questo progetto, perché ha mantenuto la propria identità ma ha smantellato la propria estetica per supportare un mondo diverso, quello dell’arte contemporanea, il tutto senza mettere l’auto al centro, anzi, eliminandola, a differenza di come è successo in passato in concomitanza con alcune collaborazioni tra motori e artisti.
Il progetto di Jaguar e Artissima potrebbe creare un precedente importante che ci piacerebbe portasse ad avere partnership sempre nuove con artisti visuali, designer, musicisti e molte altre figure che non devono sentirsi limitate nel toccare un’auto, la sua colorazione o gli interni, ma possono davvero liberare la propria creatività a 360 gradi. Altrimenti che senso ha coinvolgere una figura creativa?