Sebbene l’Italia si possa legittimamente vantare di essere il paese che ospita la maggior parte delle case automobilistiche più rilevanti e innovative nel contesto mondiale – proprio le stesse che, oltre ad imporre costantemente un livello qualitativo d’eccellenza sia manifatturiero che in termini di performance, hanno contribuito enormemente alla definizione dell’inestimabile valore del Made in Italy – rivolgendo lo sguardo al di fuori dei nostri confini nazionali, non possiamo fare a meno che apprezzare anche altre esperienze del settore, indirizzate però al raggiungimento di differenti obiettivi. Uno di questi è sicuramente il lusso e, tra i brand di automotive che ne hanno fatto il proprio cavallo di battaglia, singolare è l’operato che recentemente sta portando avanti la tedesca Maybach.
Oggi divisione interna di Mercedes-Benz, il marchio è in realtà nato autonomamente e ha avuto la sua massima fioritura nel corso del 1900. Dopo alcune difficoltà, ultimamente sembra essere ritornato in grande forma e l’ultimo segno di tale ripresa è arrivato con l’inaspettata collaborazione con Virgil Abloh, personalità che oggi, dopo aver metabolizzato la sua improvvisa e dolorosa scomparsa, siamo necessariamente portati a guardare con occhi diversi, anche se non lo avremmo mai voluto fare, perlomeno ora. Il creativo statunitense, visto anche il successo registrato in occasione della prima partnership con Mercedes-Benz, che lo scorso anno lo ha visto ripensare l’iconica Classe G, nell’ultimo anno è stato coinvolto nel “Project MAYBACH”, un’operazione avanguardista operata proprio su questa linea del marchio tedesco, l’ultimo avamposto del lusso più assoluto.
Nonostante la terribile perdita avvenuta solo un paio di giorni fa, la famiglia ha deciso di portare comunque avanti i progetti in corso e oggi la collaborazione è stata presentata al pubblico. Spinti da tale evento, che ha visto Virgil Abloh lavorare negli ultimi mesi a quattro mani direttamente con il Chief Design Officer di Mercedes-Benz Gorden Wagener, abbiamo voluto dare uno sguardo a ciò che Maybach è ed è stata, ovvero un nome caratterizzato da un profondo heritage, ma poco conosciuto ai più forse per la sua estrema esclusività.
Innanzitutto inquadriamo concretamente la linea Maybach che Mercedes-Benz offre sul mercato. A metà tra un allestimento e una serie di macchine a sé stanti, le vetture che riportano questo marchio sono la versione luxury di alcuni modelli presenti nel catalogo tradizionale. A differenza delle numerose versioni AMG, la linea Maybach ad oggi consta solamente di due modelli: GLS e Classe S. Questi esemplari, rispetto alle loro versioni standard, presentano delle modifiche sostanziali sia sulla carrozzeria che sugli interni, capaci però di non stravolgere completamente l’identità originale del progetto. Per capire meglio l’intervento effettuato sulle versioni Maybach, possiamo pensare a quanto un marchio come Brabus fa dal punto di vista sportivo, arricchendo l’automobile di kit dall’estetica accattivante e modifiche degne delle supercar. Nel caso di Maybach l’elaborazione avviene nell’ottica del lusso con un unico obiettivo: ottenere il massimo comfort, eleganza e attenzione maniacale ai dettagli. Tali vetture, inoltre, vengono sfruttate dalla casa tedesca anche come manifesti della propria innovazione e della direzione più futuristica che essa vuole intraprendere. Proprio per questo, oltre ai modelli già citati disponibili all’acquisto, i progetti più rilevanti risultano delle vere e proprie show car, ovvero dei prototipi tramite i quali vengono condensate le ultime e migliori conquiste tecniche e stilistiche, sulle quali l’azienda fonda buona parte della propria ricerca e sviluppo, come la Vision Mercedes-Maybach Ultimate Luxury o la Vision Mercedes-Maybach 6 Coupé.
Mentre la GLS è il primo SUV ad entrare nel mondo Maybach con un’imponenza letteralmente da spavento, la Classe S rappresenta al meglio l’essenza di questa linea esageratamente premium. Oltre all’eleganza di una livrea bicromatica, in alcuni esemplari si possono apprezzare dei particolari cerchi in lega, che riproducono la sagoma della coppia di calici da vino in argento con cui la macchina viene equipaggiata, e, in aggiunta a ciò, la classica griglia frontale, ormai diventata emblematica grazie alle sue grandi dimensioni e alla magnificenza di una cromatura impeccabile, non può passare di certo inosservata. L’auto presenta, inoltre, sia l’inconfondibile mirino di Mercedes-Benz, ovvero il logo posto sull’estremità del cofano, sia il marchio Maybach che viene ripetuto lateralmente vicino ai finestrini di entrambi i lati. Ma la vera magia avviene quando vi si entra all’interno e le portiere si chiudono automaticamente: in un primo momento potrebbe capitare a tutti di confondere l’abitacolo con un salotto, dato che i sedili sembrano tuttalpiù poltrone e lo spazio è l’unica cosa che non manca. Il massimo comfort è applicato sopratutto ai sedili dei passeggeri – per auto di questo livello la zona guida è sempre destinata ad un autista personale – dove gli ampi sedili avvolgenti foderati e rifiniti a mano, con tanto di dispositivo per massaggi, accolgono i passeggeri che, senza alcuno sforzo, hanno accesso a tutte le comodità possibili ed immaginabili come TV, tablet, comandi per regolare i sedili, i famosi calici da champagne e un vero e proprio frigobar per tenere al fresco le bottiglie.
Se le Maybach sono diventate oggi le automobili grazie alle quali Mercedes-Benz riesce a coniugare al meglio la più sofisticata eleganza al fascino dell’high tech, di certo è tutto merito di colui che ha fatto di questo nome un’icona indiscussa di lusso ed esclusività e, proprio per questo, vale la pena accennare un minimo alla lunga e travagliata storia del marchio tedesco.
L’attività muove i primi passi negli anni ’10 del 1900 quando Wilhelm Maybach si distacca dalla Daimler, l’azienda che, fusasi con la connazionale Benz, oggi conosciamo proprio con il nome di Mercedes-Benz. Già nel 1901, Wilhelm Maybach aveva elaborato il prototipo di una prima ed embrionale automobile, che contribuì a delineare l’estetica e le caratteristiche fondamentali del nuovo “oggetto macchina” creato proprio in quegli anni. Con un’invidiabile competenza nel campo dei motori, maturata soprattutto grazie alla progettazione per mezzi militari e addirittura per dirigibili (Zeppelin), insieme al figlio Karl fonda la Maybach-Motorenbau GmbH. È qui che nel 1919 viene realizzata l’automobile “W 1” direttamente come combinazione di un motore Maybach e una carrozzeria Daimler e, poco dopo, la “W 2” tramite un miglioramento del motore portato a generare ben 70 cavalli. Ma la prima Maybach a vedere una produzione in serie, sebbene in pochi esemplari, fu la “W 3” presentata nel 1921, quel modello che sancì definitivamente l’affermazione del marchio come sinonimo di estremo comfort e lusso, o come si suol dire dell’idea di “best of the best”. Seguì poi la “Typ 12”, la prima macchina a montare un motore V12, ma a causa della Seconda Guerra Mondiale l’azienda entrò in un periodo di difficoltà fino a che venne acquisita dalla Daimler-Benz negli anni ’50, causando una vera e propria momentanea scomparsa del nome Maybach dal mondo automobilistico. Quest’ultimo venne recuperato solo in occasione del Salone di Tokyo del 1997, quando venne presentato il prototipo di vettura che avrebbe anticipato le future “Maybach 57” e “Maybach 62”, due modelli lanciati nel 2002 dalla casa tedesca per posizionarsi sul mercato dominato da Bentley e Rolls-Royce. Ma l’operazione non andò come previsto e nel 2012 il marchio venne definitivamente abbandonato se non per fare riferimento, come visto prima, alla linea lussuosa che evolve dai modelli standard di Mercedes-Benz.
È solo recentemente, quindi, che il brand di automotive tedesco ha voluto sfruttare la linea Maybach anche per presentare e dare un’identità ai nuovissimi prototipi futuristi che, con la storia di Maybach, condividono la straordinarietà dei progetti e una motivata aura di fascino. All’interno di queste sperimentazioni si colloca proprio il contributo di Virgil Abloh che, chiamato a collaborare con Gorden Wagener, ha dato forma alla prima vettura Maybach completamente elettrica e ideata per il mondo dell’avventura, presentata qualche giorno fa in occasione della fiera Art Basel Miami Beach. “Project MAYBACH” vede una strabiliante show car assumere delle forme e delle linee completamente libere da ogni vincolo progettuale e ingegneristico, lasciando quindi senza confini le possibilità creative che Abloh ha scelto di adottare per uno dei suoi ultimi progetti, il tutto sempre preservando un look che nel complesso faccia trasparire l’ormai irrinunciabile lusso di Maybach. Nella formula che Mercedes-Benz sceglie di adottare per il futuro non può mancare la variabile della sostenibilità, qui perseguita optando appunto per sistemi di propulsione esclusivamente elettrici. Questo aspetto è emerso, inoltre, dalla comunicazione che negli scorsi giorni ha preceduto la rivelazione del progetto: a Londra e a NY sono apparsi grandi murales e pannelli recanti il logo Maybach e il nome di Abloh su uno sfondo raffigurante un’incontaminata parete rocciosa di alta montagna, con tanto di veri oggetti ingranditi in scala come uno zaino, un casco o delle tende da campeggio che, oltre a riportare i riconoscibili stilemi di Off-White, fanno esplicito riferimento al mondo dell’avventura e all’esplorazione della natura.
Per concludere, ci sembrava indispensabile citare un paio delle più iconiche apparizioni di Mercedes-Maybach insieme ad alcune delle celebrities statunitensi più famose, forse il tipo di persone più indicate per acquistare o guidare auto di questo calibro, dato il costo e l’appariscenza del prodotto. Nel 2011, per il videoclip di “Otis“, Kanye West e Jay-Z hanno letteralmente distrutto una Maybach 57 per apportarci alcune grossolane modifiche decisamente azzardate. Ciò ha fatto comprensibilmente storcere il naso ai veri appassionati delle quattro ruote di lusso fino a che lo sfortunato esemplare di Maybach è stato battuto all’asta per l’irrisoria cifra di 60.000 dollari. Ma una più recente presenza sotto i riflettori l’hanno avuta le straordinarie Vision Mercedes-Maybach 6 Coupé e la Vision Mercedes-Maybach 6 Cabriolet grazie a Drake. Per il video del singolo “Laugh Now Cry Later”, il rapper di Toronto ha pensato in grande e nessuna auto in commercio avrebbe potuto soddisfarlo se non delle vetture sperimentali. Proprio per questo è riuscito ad ottenere i due prototipi di Maybach per girare il video e ha persino guidato la versione Cabriolet lunga quasi 6 metri, un’auto di cui solo pochissime persone possono vantarsi di averci avuto a che fare.
Sebbene siano numerose le star che hanno posseduto, o possiedono tutt’ora, una Merced-Maybach, come Rihanna, Nicki Minaj e Will Smith solo per citarne alcuni, e che, di conseguenza, ci hanno abituato a vedere queste grandi automobili estremamente eleganti e lussuose, si tratta comunque di esemplari rari e decisamente per pochi, ma con una centenaria storia alle spalle e un futuro che si prospetta ricco di novità e innovazioni.