Le 100 terrazze fiorite di Tadao Ando

Tadao Ando, archistar giapponese che ha recentemente fatto parlare di sé per essere stato l’architetto prescelto da figure come Kanye West e Beyoncé, è autore di alcuni degli edifici più riconoscibili al mondo tra case, chiese e musei. Nell’ampio corpus di progetti che portano la sua firma, però, uno decisamente meno noto è un esteso complesso multifunzionale che si affaccia sulla baia di Osaka situata nell’area occidentale del Giappone.

Il suo nome è Awaji Yumebutai e, come risulta chiaro dalla traduzione “Awaji palcoscenico dei sogni”, è stato concepito per essere un luogo dove poter sognare ad occhi aperti all’insegna della rinascita e della rigenerazione. Ciò deriva dalla risposta che Ando ha voluto dare al sito d’intervento, un territorio fortemente modificato sia dall’azione dell’uomo, che lì vi ha estratto la terra necessaria alla costruzione delle isole artificiali di Osaka, sia da un forte sisma avvenuto nel 1995.

Inaugurato nel 2000, il progetto è un tripudio della cifra stilistica dell’architetto e della volontà di ristabilire un rapporto tra natura e uomo, come dimostra il dialogo tra il cemento grezzo delle strutture con il verde delle piante e la presenza di specchi d’acqua. Awaji Yumebutai si compone, tra gli altri edifici, di un centro conferenze, un hotel, una chiesa, una serra e un anfiteatro. Tuttavia, la presenza più evidente è quella di parchi e giardini che si trovano disseminati lungo l’intera planimetria del complesso architettonico.

L’elemento più iconico del progetto è il memoriale dedicato al ricordo del 1995, un’area verde suddivisa in 100 terrazze quadrate di 5 metri per lato su cui vivono piante e fiori, che variano in funzione delle stagioni dell’anno. La componente architettonica definita dalla mano di Ando è fondamentale a rendere il luogo quanto più contemplativo: la ripetizione delle terrazze, intervallate regolarmente da rampe di scale che congiungono i vari livelli, definisce il ritmo dell’intera composizione.

L’architetto giapponese, quindi, è riuscito a dare vita a un nuovo e unico luogo in cui trovare spazi funzionali per attività lavorative e culturali, e contemporaneamente poter immergersi nell’ambiente naturale tramite un lavoro che abbraccia storia e sensibilità.