Cosa ci fa Travis Scott con Valerio Olgiati?

Nella notte, Travis Scott ha pubblicato una serie di foto con quello che il rapper ha definito come “il suo gemello”, ma nei commenti la maggior parte delle persone si è chiesta chi fosse. La risposta è Valerio Olgiati.

E il suo nome forse non vi suonerà nuovo: si tratta dell’architetto svizzero che, nel 2021, era stato assoldato da Ye per alcuni progetti, tra i quali un gigantesco villaggio sotterraneo nel Wyoming. La sua produzione, però, iniziata negli anni ’80, è una delle più affascinanti e misteriose dell’architettura contemporanea.

Nato in Svizzera e con “solo” più di venti progetti realizzati, Olgiati ha sempre preferito rimanere in disparte: non si tratta di un archi-star da copertina, anche se nella sua cerchia troviamo Travis Scott e Ye, appunto. Nonostante le informazioni riguardo all’architetto non siano molte, sono le sue opere a parlare: mastodontiche strutture dall’aspetto tipicamente brutalista e caratterizzate da un minimalismo estremo, quasi austero.

La freddezza del cemento viene però contrastata dai sapienti giochi di luce all’interno delle strutture, creando un effetto che è allo stesso tempo avanguardistico e primitivo, innovativo e familiare. Ed è proprio questa visione “non-referenziale” e rivoluzionaria ad aver attirato Kanye West, che qualche anno fa decise di volare in Svizzera per conoscere direttamente l’architetto.

I due cominciarono a lavorare insiema a diversi progetti, tra cui il famoso e utopistico villaggio sotterraneo di più di 4000 metri quadri nel Wyoming, di cui Olgiati ha spesso condiviso render e ricostruzioni grafiche sul suo profilo. Anche se i piani con Ye sembrano essere stati messi da parte, ora è Travis Scott ad aver espresso interesse nei confronti dei lavori dell’architetto. In particolare, Travis si è recato nella regione dell’Alentejo, in Portogallo, per visitare Villa Alem, una delle opere più conosciute e rappresentative di Olgiati.

Nella produzione dell’architetto, però, non troviamo solamente abitazioni, ma anche auditorium – come il Plantahof Auditorium che ha fatto innamorare Kanye West – o centri per visitatori, come quello ad Al Muharraq nel Golfo Persico. Insomma, il lavoro di Olgiati non si concentra su giganteschi grattacieli o opere pubbliche pensate per essere fotografate, ma su una visione – definita dai colleghi come “incorruttibile” – che ha un unico obiettivo: rendere ogni opera interessante oltre alla sua forma.