Lo scorso mese OTW by Vans aveva unito le proprie forze con Beatrice Domond, prima rider donna ad entrare nel team skate di Supreme e prima ragazza afroamericana ad avere una signature shoe con Vans.
Dalla collaborazione tra le due è nato il modello Mary Jane DS, il quale si presenta come una reinterpretazione delle classiche Mary Jane con uno stile senza tempo modernizzato grazie a una suola rugged e una tomaia in pelle e suede di alta qualità in nero monocromatico.
Il design della scarpa, che risulta essere perfettamente in linea con le ultime tendenze in ambito fashion, trae ispirazione dallo stile e dalla vita personale della skater, tra cui l’eredità della sua famiglia haitiana e la sua infanzia.
Anche l’interno della silhouette è personalizzato con riferimenti personali come una mappa di Haiti stampata sulla soletta, mentre il packaging richiama le vecchie scatole da skate del brand ed è decorato con loghi speciali.
“Per questo progetto volevo mostrare alla mia comunità un lato di me che ancora non conosce: credo che nessuno sappia che ho origini haitiane. È anche per rendere omaggio a mia nonna e a mia madre, perché questa scarpa è davvero importante per me: se non fosse stato per loro, non credo che avrei avuto tutte queste incredibili opportunità.”
Beatrice Domond
Per scoprire meglio cosa si cela dietro alla partnership abbiamo scambiato qualche parola direttamente con Beatrice. Ecco cosa ci siamo detti:
Quella dedicata alle Mary Jane DS non è la tua prima collaborazione con Vans, ma è molto diversa da tutto ciò che hai fatto prima con loro. Perché hai scelto questa particolare silhouette?
Faccio parte di Vans da 7 anni ormai. Ho avuto il privilegio di lavorare con lo skate, ma la mia vita va anche oltre a quello, quindi quando mi è stato chiesto “cosa ti piacerebbe creare questa volta?” ho pensato alla DS. Era la silhouette perfetta per ciò che stavo cercando in quel momento.
Il progetto è incentrato sui concetti di famiglia, heritage e cultura: dalla campagna con tua nonna ai dettagli della scarpa vera e propria. Cosa significa per te essere haitiana? C’è una connessione specifica tra la silhouette e le tue origini?
Essere di Haiti significa essere resiliente. No e sì, la gente haitiana ama Dio e la chiesa e questa scarpa fantastica per andare in chiesa.
Nella campagna, tua nonna Elise dice “puoi essere tutto ciò che vuoi, puoi imparare tutto ciò che vuoi”. Qual è la lezione più importante che hai imparato da lei? E dallo skateboard?
Non mollare mai. Se ami qualcosa, lavora sodo e continua a perseguirla.
Sei la prima donna afroamericana ad aver realizzato delle scarpe con Vans: è una pietra miliare molto importante per la tua carriera e per la storia dello skateboard. Ora cosa c’è nei tuoi piani?
Sì, sono molto onorata. Più skateboard, più storytelling, più viaggi per il mondo, più design. Sono fortunata a dire che il mondo è la mia ostrica.