Vi siete mai chiesti come si mostrerebbe il mondo se al posto delle grigie, rumorose e frenetiche metropoli, fossero presenti delle soluzioni abitative progettate per trovarsi in simbiosi con la natura? Sicuramente non potremmo più godere di skyline mozzafiato e dovremmo abbandonare l’idea di concepire le nostre case come tradizionali blocchi verticali di mattoni, ma d’altro canto si tornerebbero ad apprezzare in maniera autentica i suggestivi panorami naturali, dove la mano dell’uomo, anche se presente, sarebbe un elemento ad essi coerente e tutt’altro che invasivo. Se da questo poi derivasse anche un miglioramento dello stile di vita dell’uomo e un incremento del proprio benessere psicofisico, allora potrebbe valere la pena cercare di pensare, progettare e costruire le abitazioni seguendo questo obiettivo. Quanto appena descritto è tutt’altro che futuristico e utopico, dato che una sua applicazione concreta è stata alla base di quella che oggi viene chiamata con il nome di Architettura Organica, esperienza alla quale hanno contribuito numerose figure autorevoli tra cui Javier Senosiain, architetto che si è distinto per aver declinato il concetto tradizionale di abitazione, in stravaganti e fantasiose costruzioni capaci di inserirsi armoniosamente nella natura e connotate da fattezze che fanno spesso eco al mondo animale e vegetale. Oggi le case di Senosiain, che offrono la possibilità di immergersi in un mondo bucolico e fuori dagli schemi convenzionali, continuano ad essere la meta di curiosi visitatori da tutto il mondo, tra i quali si annoverano anche celebrities del calibro di Dua Lipa.
Già tutto il 1900, in realtà, è stato teatro di sporadici tentativi volti a connettere nuovi edifici all’ambiente, arrivando a definire un vero e proprio filone dell’architettura moderna al quale, per l’appunto, facciamo riferimento con Architettura Organica. Il primo esponente del movimento, che vuole offrire un’alternativa alla prepotenza dell’urbanizzazione verso l’ambiente, dimostrando come il paesaggio naturale avesse già subito ingenti cambiamenti a causa dell’intervento umano, è l’architetto statunitense Frank Lloyd Wright, che forse conoscerete per essere l’autore della celeberrima “Casa sulla cascata” in Pennsylvania. È proprio lui, nei primi anni del XX secolo, ad introdurre il termine “organico” in riferimento all’architettura, termine che agisce su due distinti livelli di significato: il primo fa riferimento a dei principi teorici da applicare alla progettazione architettonica come l’utilizzo di luce e areazione completamente naturali, l’implementazione dell’arredamento nella struttura stessa, la riduzione sia del numero degli ambienti resi comunicanti con l’esterno in maniera libera ed abitabile, sia dei materiali impiegati ecc; il secondo livello, invece, appartiene alla componente estetica, ovvero alle qualità formali degli edifici che, per essere organici, devono riprendere le forme della natura e integrarsi il più armoniosamente possibile con essa, quasi come fossero delle sue “protesi architettoniche”. Il risultato della somma di tutti questi fattori, in Wright già efficacemente applicati ma esteticamente ancora difficili da apprezzare, diventa estremamente chiara nelle opere di Javier Senosiain poiché, soprattutto a livello visivo, sviluppa all’ennesima potenza la fluidità formale delle linee e dei volumi a cui si aggiunge una vera immersione degli spazi abitativi nell’ambiente circostante.
Senosiain, architetto messicano nato nel 1948, dopo essersi formato sotto l’influenza di grandi nomi come Barragàn, O’Gorman e Candela, ha dato il via a una ricerca volta all’ottenimento della completa armonia tra architettura e natura, fino ad arrivare a dare alle stampe pubblicazioni sul tema e ad ottenere la cattedra di “Teorie dell’Architettura” e “Design Workshop” presso l’UNAM. L’architetto è inoltre fondatore dello studio Organic Architecture, con base a Città del Messico e con il quale sviluppa i propri progetti residenziali. Uno dei tratti distintivi della sua personale espressione stilistica è quello di amalgamare l’architettura all’ambiente sul quale si costruisce o, per meglio dire, all’interno del quale si costruisce, il tutto facendo attenzione a ridurre al minimo l’impatto dell’uomo. Senosiain, infatti, è solito integrare gli edifici, o loro parti, direttamente nel terreno, facendo sì che al posto dei classici tetti si abbiano invece delle verdi collinette di giardino calpestabile; mentre, dove la struttura architettonica emerge, utilizza spesso colorati e brillanti mosaici seguendo la lezione del maestro catalano Gaudì. Dal punto di vista della realizzazione, invece, le forme organiche delle sue abitazioni, che si configurano secondo volumi curvilinei, sinuosi e arrotondati, sono rese possibili grazie all’utilizzo di ferrocemento, un materiale composito in cui alcune barre e numerose maglie di acciaio creano uno scheletro facilmente modellabile, su cui viene applicata una malta cementizia che, una volta rifinita, costituirà il pavimento, i muri e il soffitto della casa.
Cerchiamo ora di dare uno sguardo più da vicino ad un’opera dell’architetto messicano, proprio quella apparsa recentemente sul feed Instagram di Dua Lipa, una struttura che potremmo definire un piccolo capolavoro, nonché condensato della sua filosofia abitativa e che, ovviamente, non poteva che chiamarsi “Casa Organica”. Costruita nel 1985 nella località Naucalpan de Juárez, nei pressi di Città del Messico, l’abitazione si ispira al guscio di un’arachide: due ampi volumi ovali ampiamente illuminati da luce naturale, uno dedicato alla zona giorno e uno alla zona notte, sono connessi da uno spazio basso, stretto e in penombra. Ad esclusione di un paio di vetrate che danno accesso al giardino e di un piano sopraelevato, la casa è interamente nascosta al di sotto di una collinetta ricoperta da erba e vegetazione, elementi che offrono un’essenziale strato isolante completamente naturale. Guardandola dall’alto, infatti, risulta invisibile ma una volta entrati al suo interno, si è completamente trasportati in un mondo mai visto: le pareti curve e prive di angoli o spigoli, avvolgono e incorniciano degli spazi fluidi e sinuosi dove, come accade nella cucina con il tavolo o nel bagno con la vasca e il guardaroba, gli arredi sono un tutt’uno con le pareti. La luce che filtra all’interno tramite rotondi lucernari garantisce un’incredibile illuminazione che, con i colori tenui della moquette e delle pareti, crea un’atmosfera sobria e rilassante. Un’esperienza mistica e contemplativa, quindi, quella che si può provare esplorando Casa Organica, oggi casa-museo aperta ai visitatori di tutto il mondo, che possono passare qualche ora sia distesi sul lungo divano beige del salotto o in una delle nicchie ricavate dai muri, sia all’esterno, divertendosi a cercare insolite prospettive da cui ammirare l’abitazione o provare un divertente scivolo.
Se il lavoro di Javier Senosiain vi ha colpito e siete curiosi di approfondirlo, vi suggeriamo di guardare anche altre sue architetture come Conjunto Satélite (1995), Nautilus (2007) e El Nido di Quetzalcoatl (2007). Proprio quest’ultimo, un complesso di più appartamenti sviluppato su un lotto di terreno con numerose caverne naturali, non è solamente visitabile, ma è addirittura aperto a chi volesse dormire al suo interno. Prenotando il proprio soggiorno comodamente su airbnb ci si può assicurare così l’incredibile esperienza di vivere dentro un vero e proprio serpente architettonico e chissà se, durante un futuro viaggio in Messico, farete proprio tappa in una di queste singolari architetture.